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mercoledì 13 novembre 2013


GROTTAFERRATA
 
 
La vera attrattiva di Grottaferrata, oltre al grazioso centro storico con il viale che conduce all’Abbazia, è naturalmente il complesso abbaziale di S. Nilo stesso.
L'Abbazia è stata fondata nel 1004 da S. Nilo, che con S. Bartolomeo, era in fuga da Rossano Calabro a causa delle incursioni saracene che imperversavano numerose.
La struttura attuale è della fine del '400, quando fu fortificata con mura, fossato e torrioni larghi, bassi e fortemente scarpati, su volere del cardinale Giuliano della Rovere, ad opera di Giuliano da Sangallo (o forse da Baccio Pontelli), verso la fine del XV secolo.
All'interno c'era anche un forno per fondere i metalli: era posto in una delle torri ed aveva un'unica porta d'accesso, difesa con ponte levatoio.
All'interno della cinta muraria vengono a crearsi due spazi rettangolari, il palazzo abbaziale e la chiesa.
I monaci che vi abitano oggi sono ancora basiliani e seguono il rito greco-cattolico.
Il palazzo abbaziale ha un portico notevolissimo, opera del Sangallo, con colonne dai capitelli rinascimentali, lì è allestita una piccola raccolta lapidaria.
All'interno ha sede un museo che raccoglie codici miniati e stampe, dipinti e datati dal XV al XVIII sec., una collezione varia di arte bizantina e una raccolta di reperti preistorici, etruschi, greci, romani e cristiani, ed è ricco di molte sculture greco-romane, rinvenute nelle ville patrizie della zona circostante e di pregevoli affreschi.
Il grande salone conserva invece affreschi di Scene della vita di Mosè, che furono staccati dalla chiesa, forse opere del Cavallini, ma comunque, sicuramente, esmpio di scuola romana del XIII-XIV secolo. Le ultime sale contengono invece un Ritratto del cardinale Bessarione, che fuggì da Costantinopoli alla caduta della città nel 1453 e che, propagò la cultura orientale in Italia.
In un secondo portico troneggia  la chiesa di S. Maria, del 1024, rimaneggiata in gran parte nel 1754 e restaurata in epoca moderna. Presenta una facciata con avancorpo porticato che si apre nel nartece con portale ricco di bassorilievi e con un mosaico dell'XI-XII secolo, sopra la porta.
Sempre nel nartece si trova il fonte battesimale del X-XI sec., cilindrico, sorretto da quattro leoni, con figurazioni piscatorie su un lato e coperchio superiore lavorato. All'interno dell'arco trionfale, bellissimo mosaico bizantino del XIII con storie della Pentecoste. Il soffitto è a lacunari lignei del 1577. Nella chiesa si trovano inoltre anche magnifici mosaici medioevali con chiare influenze bizantine e preziose lavorazioni lignee.
Nella cappella di S. Nilo, barocca, una delle più notevoli opere del Domenichino, le Storie di S. Nilo, 1609-10, ciclo di affreschi a struttura schematizzata in linee parallele e perpendicolare tra loro. Qui, in primo piano, è una pala di altare raffigurante una Madonna con Bambino del Carracci. Il campanile, del XII sec., conserva la struttura originale. 
La prima cappella a destra, chiusa da un'inferriata, sarebbe l'originario oratorio paleocristiano, ricavato da due camere sepolcrali romane, questa sarebbe la famosa "grotta ferrata" che ha dato il nome alla città.
Al di fuori del centro storico, a circa 3 km dalla città, lungo la via Anagnina, si trovano le catacombe Ad Decimum, un suggestivo complesso cimiteriale paleocristiano datato III-V sec. d. C., che conserva intatti buona parte dei loculi
 

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